Progetto D. O.

Eccomi qua, a parlare del mio il romanzo che voleva essere un film. Si perché la difficoltà narrativa di descrivere un mondo che non esiste (ancora) si è fatta sentire diverse volte durante la stesura. Sarebbe stato meglio ricreare tutto con una macchina da presa e un green screen da editare in digitale. Ma io non sono un produttore cinematografico; conoscevo un solo modo per permettere a Progetto D.O. di nascere: dare tutto me stesso per costruirgli una scenografia di parole.

Però della cinematografia ho voluto mantenere lo stile narrativo: con frequenti cambi di scena e improvvisi flash-back, per consentire il più possibile al lettore di ritrovarsi con la propria immaginazione dentro quel mondo incomprensibile dove si intrecciano le trame di diversi gruppi di protagonisti.

Purtroppo il dover per forza dare un nome alle cose, mi ha costretto ad inserire Progetto D.O. nella categoria dei racconti di fantascienza, anche se non è prettamente figlio di un genere. Vero, molti temi toccati quali il futuro, gli androidi e la fantapolitica sono caratteristiche tipiche della science fiction, ma c’è dell’altro, molto altro.

Ho voluto ad esempio imbastire la trama portante dentro una severa critica alle menzogne religiose, facendo notare come ogni cosa, anche la più inaccettabile, la si possa imporre alle masse usando la paura e il controllo da parte di un Onnipotente.

Dove potrebbe mai giungere il genere umano se Dio rispondesse davvero alle preghiere? E se cominciasse a pretendere qualcosa in cambio?

Dove potrebbe spingersi l’intelletto umano se forzasse la porta dell’etica espugnandola? Se il dolore e la paura prendessero per mano un uomo buono, quanto resisterebbe quest’ultimo prima di cedere ai suoi più oscuri desideri arrendendosi all’abominio?

Tra tecnologie che sicuramente vedremo in un futuro prossimo e un susseguirsi serrato di colpi di scena, lascio voi lettori alla visione di questo film, che per uno sbaglio del destino dovrete leggere come un romanzo.


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